Nome di battaglia "Maria".
Alla fine del 1943, insieme con il fratello Guido, che riuscì a salvare dai fascisti grazie alla sua prontezza di spirito, si aggregò al distaccamento Pellirosse della 9.a brigata S. Justa, operante nelle colline attorno al borgo delle Ganzole (Sasso Marconi).
Per la sua conoscenza dei luoghi venne utilizzata come tramite tra i vari distaccamenti della brigata.
Il 15.7.1944, recatasi con Dante Tossani e Torino Franca in una casa del borgo delle Ganzole per recuperare armi e munizioni, affrontò
uno scontro a fuoco con una squadra tedesca.
Riuscì a trarre in salvo uno dei due compagni, Torino Franca, gravemente ferito.
Sospettata da un fascista della zona, venne fermata, interrogata e schiaffeggiata dai tedeschi, riuscendo tuttavia a convincerli di essere estranea «ad ogni cosa» e contribuendo, inoltre, a sviare le indagini sul ferito, ricoverato nella sua abitazione, e sui partigiani.
Nellʼautunno 1944, insieme con la cognata Idalba Zanna, fu di nuovo fermata dai tedeschi mentre portava viveri ai partigiani rifugiati nelle grotte e nei boschi della zona di Pieve del Pino (Sasso Marconi).
Anche in questa occasione riuscì a cavarsela.
Riconosciuta partigiana dallʼ1.6.1944 alla Liberazione.
Gli è stata conferita una Medaglia Croce al Merito di Guerra.
A Pianoro gli è stata intitolata una via.